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Primo Raduno Nazionale Forestali d'Italia

Esaltare l’importanza delle tradizioni ed il valore della memoria storica.
Con questo spirito si cono dati appuntamento i Forestali che si sono ritrovati per la prima volta nel raduno svoltosi a Cittaducale (RI) dal 14 al 15 ottobre 2003.
L’incontro organizzato dall’Associazione Nazionale Forestali in Congedo (ANFIC) e l’Unione Forestali d’Italia (UFdI) con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali – Corpo Forestale dello Stato , ha dimostrato quanto i Forestali di ieri siano vicini a quelli di oggi.
La coincidenza del primo raduno con le celebrazioni per il 181° anniversario della fondazione del Corpo Forestale dello Stato, ha permesso alla mente degli ex giovanotti, di proiettarsi in un viaggio di ricordi dove le emozioni erano di casa.
Così è capitato di tutto, anche che un istruttore si sedesse per caso nello stesso tavolo con un suo allievo guardia di circa cinquant’anni or sono. Per tutta la serata si sono osservati, scrutati perché ognuno leggeva negli occhi dell’altro qualcosa di familiare.
Poi la coincidenza dei ricordi, ha dato via libera alla memoria in una gara di nomi, di date ed i fatti che hanno preso vita ed hanno dato corpo ad un periodo di gioventù.
È capitato che in un gruppetto ove si è parlato del futuro del Corpo un giovanotto, Gismondo Mancini (classe 1922) ha chiesto ad uno dei tanti presenti: “ma tu eri a Cittaducale nel 1944?” e si è sentito rispondere: “Si! Frequentavo il corso allevi sottufficiali e tu?” “io frequentavo il corso allevi guardie! E …. Scusa, non mi ricordo il tuo nome; di che anno sei?” “Mi chiamo Antonio Tamburini e sono del 1912”
È iniziata una gara di ricordi dove sono riemersi commilitoni, comandanti di plotone, comandanti di compagnia, episodi di storia vissuta che hanno entusiasmato per la precisione di date e circostanze, il gruppetto dei presenti che nel tempo era aumentato di numero.
“Ti ricordi di quando tutto il mio corso è partito per Roma per svolgere un servizio a Villa Torlonia?” “Si, mi ricordo e mi ricordo anche che il mio corso allevi guardie doveva partire il giorno successivo.”
Poi il ricordo è andato ai colleghi che non ci sono più attraverso aneddoti che i presenti hanno ascoltato senza rendersi conto delle ore che passavano con il sussurrarsi dei “ti ricordi di …” “e tu ti ricordi quando…”
Chi vi scrive ha vissuto quel momento che ha rappresentato il senso stesso del Raduno ed il culmine di due giornate davvero storiche per i Forestali che hanno avuto la fortuna di viverle.
Ma non è stato questo l’unico episodio di “flash back;” molti sono stati gli incontri, a volte commoventi, a volte gioiosi, avvenuti in occasione del raduno. E così si è visto colleghi giovani a braccetto con quelli più anziani, colleghi calabresi rievocare ricordi comuni con colleghi piemontesi, veneti, abruzzesi, colleghi di cui si era persa ogni traccia che si sono scambiati indirizzo e numero di telefono promettendosi a vicenda di non “perdersi più di vista.”
Insomma questi episodi testimoniano quanto il Raduno abbia colto nel segno, quanto abbia sortito l’effetto voluto e desiderato da tutti: far incontrare colleghi lontani e di generazioni diverse.
L’iniziativa, infatti, ha avuto il grosso pregio di non far dimenticare i momenti belli vissuti in gioventù .
Considerazione questa sottolineata anche dal Vescovo di Rieti, Mons. Delio Lucarelli, durante l’omelia della Santa Messa celebrata in onore dei Forestali scomparsi, ed ha ricordato l’importanza della memoria per non dimenticare l’esempio e l’abnegazione dei Forestali defunti.
La suggestiva esibizione della Fanfara del Coro del Corpo in piazza del Popolo di Cittaducale hanno rinforzato un legame che ormai sembra rinsaldato nei secoli.
Persone di diverse generazioni hanno trovato il loro punto comune sotto la Bandiera forestale che resta un punto di riferimento. I suoi valori, i suoi ideali rappresentano un patrimonio indelebile di ricordi che rimarranno scolpiti nei cuori di tutti i Forestali che vi hanno partecipato.
Nel salutarsi e nel salutare gli organizzatori nel Raduno, una sola parola d’ordine: “per favore facciamo che questo raduno non rimanga un episodio isolato ma che diventi una bella e felice consuetudine.”

Immagini dell'evento

UN TUFFO NEL PASSATO

di Gismondo Mancini

Sono tanti gli eventi che capitano nel corso della vita a ciascuno di noi: belli o brutti, piacevoli o tristi, chiari o avvolti da un velo più o meno fitto di mistero.
Per quanto mi riguarda e ritengo di non fare eccezione anch'io ho sopportato, soffrendo, i momenti avversi, e gioito durante i propizi.
Tra questi ultimi, però, non avevo mai avuto la fortuna di viverne uno talmente BELLO ed AVVINCENTE da lasciarmi addirittura frastornato.
Ed è proprio di quest'ultimo, capitatomi recentemente, che vorrei parlare, in quanto mi ha fatto rivivere, in due giorni e neppure interi, più di mezzo secolo di vita.
Ed è proprio di quest'ultimo, capitatomi recentemente, che vorrei parlare, in quanto mi ha fatto rivivere, in due giorni e neppure interi, più di mezzo secolo di vita.
E' stato, infatti, un gioioso "TUFFO NEL PASSATO" ritrovarmi, dopo oltre 50 anni, a Cittaducale, "SCRIGNO" prezioso racchiudente tutta la STORIA del CORPO FORESTALE e di FORESTALI, "MUSEO" custode delle "GLORIE" delle generazioni passate, "CULLA" e "FORGIA" di quelle presenti e future.
Nell'occasione del tanto agognato I° RADUNO DEI VETERANI, organizzato in concomitanza con la celebrazione della festa del 181° anniversario della fondazione del CORPO FORESTALE, sono stato lieto esser presente alle manifestazioni.
Come J. LONDON fece sentire al cane "BUK" il "RICHIAMO DELLA FORESTA" nel romanzo omonimo, anch'io sentivo irrefrenabile l'impulso di tornare, almeno per una volta, al "CRUCICCHIO" ove molti anni fa imboccai la strada che in seguito avrei percorsa, con piacere e tanta difficoltà, durante circa 42 anni di servizio effettivo.
Si trattava inoltre del I° RADUNO, quindi, di EVENTO STORICO che, voglio sperare, NON RESTI UN EPISODIO ISOLATO, ma che si perpetui negli anni avvenire, in modo da offrire agli anziani la possibilità di rincontrarsi, di "rispolverare" e riallacciare vecchie amicizie, assopite soltanto a causa dell'attività svolta in zone distanti tra loro.
E' auspicabile, in sostanza, che questo evento storico, torno a ripetere, rappresenti la "PIETRA MILIARE" per TANTI ALTRI RADUNI, da organizzare sempre in concomitanza con la FESTA DEL CORPO, in modo da costituire un idoneo anello di congiunzione del PRESENTE al PASSATO.
Sarebbe, pertanto, opportuno ed anche doveroso fare in modo che le GIOVANI generazioni siano vicine a quelle che in altri tempi sostennero ben più gravose fatiche, come ad esempio: il servizio effettuato esclusivamente a piedi e non con i fuori strada come avviene attualmente, la durata del servizio non inferiore a 8 ore e senza remunerazione alcuna e ore prestate in più, anche in casi molto ricorrenti, nessun diritto al riposo settimanale, l'obbligo di vestire la divisa regolamentare tutti i giorni, salvo che nelle festività di NATALE e PASQUA e durante la licenza che, specie durante il periodo bellico, non era un diritto ma veniva considerato un premio, quindi, negabile in ogni momento, il divieto permesso, ed anche la reperibilità di 24 ore su 24 e per ogni giorno dell'anno.
A questo proposito, sarebbe oltremodo simpatico, dal punto di vista formale che i FORESTALI fossero FORESTALI e basta, senza distinzione di ATTUALI o EX in quanto da considerare denominatore comune, almeno per quanto riguarda gli intenti; e per essere ancor più chiaro mi permetto dire che "FORESTALE CI SI PUO' ANCHE NON NASCERE" ma che una volta divenuto tale, ci si resta fino alla fine dei propri giorni.
Giunto nella cittadina Laziale, tanti sono stati i ricordi che si sono addensati nella mia memoria, per primo e non poteva essere diversamente quello in cui, da giovinetto diciottenne, quasi imberbe, percorsi la lunga scalinata che dalla stazione ferroviaria conduce all'abitato di Cittaducale, il momento in cui varcai il portale della Scuola e la prima visita al parco, ove mi fu possibile notare che poche delle piante che lo costituivano mi erano note, pur essendo nativo di un paese di montagna ove le piante forestali sono conosciute da tutti come il nome degli amici d'infanzia.
Notai che alcuni esemplari di fauna, ben custoditi ma che non erano certamente indigeni.
Giudizi e pareri, in genere, e particolarmente su casi analoghi sono sempre soggettivi, motivo per cui mi sento autorizzato giudicare SAGGIA la decisione presa dagli organizzatori di abbinare la festa dell'anniversario della fondazione del CORPO, all'evento costituito dal I° RADUNO, tanto auspicato dai forestali in congedo che ha permesso trascorrere a Cittaducale due giorni, direi, memorabili.
I partecipanti non sono risultati in numero trabocchevole, e questo è vero, però è altrettanto vero che questi si sono appalesati degni di ogni lode, per l'autodisciplina, l'attenzione e l'interesse dimostrato in ciascuna cerimonia.
Alla sera del primo giorno, dopo la fine del concerto bandistico, mentre me ne stavo in piazza, ancora assorto nei miei pensieri, sono stato improvvisamente richiamato alla realtà dell'arrivo di due Ufficiali Forestali in compagnia di alcuni signori, che si sono subito presentati come VETERANI.
Dopo i primi preamboli ho appreso, con piacere, che uno di loro, il più anziano, di nome TAMBURINI, aveva frequentato il corso di Allievo Sottufficiale nello stesso periodo in cui frequentavo io quello di allievo Guardia, nell'inverno 1942-43.
non ci conoscemmo in quel tempo perchè - ovviamente - frequentavamo lezioni e compagnie diverse, così, come diversi erano anche refettorio e camerata, ragion per cui, si potrebbe dedurre che non avevamo nulla in comune.
Purtroppo, però, alcune cose in comune le avevamo, ed erano le più indesiderabili: il vitto scarsissimo e la disciplina.
Per quanto riguarda l'insufficienza di vitto, nessun rilievo da farsi a chicchessia, per il semplice motivo che eravamo in tempo di guerra ed ogni genere era razionato.
La disciplina, invece, oltre ad essere stata imposta, DURA, dall'alto, veniva peraltro applicata, anche da un gruppetto di "VALVASSINI", col "PUGNO DI FERRO" per il solo piacere solo piacere "satanico" o in cambio di tanto deprecabile "ZELO", dello "zuccherino" costituito da una citazione di elogio.
Di persone di siffatta "risma", per fortuna, ve ne erano poche, ma sufficienti a distribuire, anche per futili motivi, punizioni da scontare talvolta con più giorni di prigione, ogni qualvolta montavano di servizio.
Anche questi episodi abbiamo ricordati ma con tanto umorismo e senza risentimento alcuno, dato il lungo tempo passato.
Per concludere vorrei narrare l'episodio più bello, risalente al 1951, sul finire della primavera, allorchè nel cortile antistante l'aula magna della scuola, l'arcivescovo di L'Aquila Mons. Costantino STELLA, alla presenza degli allora: Ministro Antonio SEGNI, Direttore Giulio SACCHI, Comandante la scuola Temistocle BERLUTTI, Abate Vallombrosano e di un reparto di noi allievi Sottufficiali, schierato, dette lettura della BOLLA PONTIFICIA con la quale, SUA SANTITA' PIO XII° aveva dichiarato SAN GIOVANNI GUALBERTO CELESTE PATRONO DEI FORESTALI.
Nella commozione del momento, mi ripromisi di chiamare il mio primo figlio maschio, se ne avessi avuto, col nome del SANTO.